Il Piemonte, con una popolazione bovina di 300.000 capi di cui la metà costituita da vacche, è una delle più ricche regioni italiane di allevamento di bovini autoctoni. La razza piemontese è rappresentata da diverse sottorazze a seconda della provenienza ma la più diffusa e la più famosa rimane sempre la sottorazza Albese diffusa nel circondario di Alba. Tali bovini hanno la testa piccola e stretta, fronte ampia con un notevole sviluppo dei muscoli della coscia, della natica, dei lombi e della groppa; parte posteriore convessilinea, ottimi produttori di carne molto pregiata, pelli di non forte spessore ma di un'ampiezza e di una finezza eccezionale. Il Piemonte è ancora legato all'allevamento del bestiame tradizionale e per la quasi generalità dei capi allevati in pianura è prevalentemente stallino e questo ha un riflesso determinante nei confronti dell'ipodermosi bovina (tarolo) che ormai è diventato quasi sconosciuto. Hanno il manto completamente bianco per le femmine mentre il maschio con il passare degli anni tende ad avere un manto con sfumature leggermente grigiastre specialmente nella zona della groppa del collo. La maggioranza delle pelli della razza piemontese si classificano in tre categorie:
Le prime fanno parte di una produzione tradizionale del Piemonte assai ricercata per la sua alta resa in qualità ed in pedaggio di finito, nonché per la finezza del fiore del conciato. Le seconde appartengono in prevalenza i maschi adulti con un pelo molto fine e un fiore gentile e come le femmine con un alta resa in qualità e pedaggio. Le ultime appartengono alle vacche piemontesi con manto bianco. |
Oltre alle principali classificazioni di manto bianco, l'azienda dispone anche di altre categorie colorate piemontesi:
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Pur non essendo i prodotti di punta dell' azienda, annualmente la Ma-pell ha una produzione di pelli equine e ovicaprine relative alla macellazione locale. |
La produzione mensile di grasso e ossa della Ma-pell si aggira mediamente attorno ai 770.000 kg (770 tons). Tale quantitativo viene conferito giornalmente ad una ditta autorizzata per la trasformazione e smaltimento di tale prodotto. Tutto avviene seguendo un rigido piano di autocontrollo monitorato dal servizio veterinario zonale. |